Ho deciso di rileggere Madame Bovary, lo avevo fatto da ragazzo mentre la RAI trasmetteva lo sceneggiato con Carla Gravina, era il 1978. In casa avevo scovato il tascabile Garzanti: copertina effetto tela, fondo bianco, in alto il titolo, in nero, un rettangolo cipria da bordo a bordo, sotto Flaubert in rosso, a cui seguiva il particolare di una tela: una donna intenta a pettinarsi. La camicetta abbassata mostra la carne giovane delle spalle e del collo. Chi guarda la identifica con il corpo della Bovary. Il volto coperto dai capelli sciolti permette di far sbizzarrire la fantasia del lettore. Ricordo quel volume e sotto i polpastrelli risento quella copertina. Le pagine ruvide e giallognole puzzavano di umido e di pepato vecchio. A dodici anni la lettura la trovai noiosetta, oggi a cinquantacinque ha un altro sapore, le parole di Flaubert evocano ricordi di un’infanzia rovinata da silenzi e complessi.
Quando ho voglia evoco i profumi di Catania che forse sono solo nel mio cervello olfattivo, però la cosa mi appaga e questo basta.
Ho deciso di ritrovare le paste di mandorle, le ho già provate in una versione vegana, oggi mi stuzzica l’idea di provare a farle con l’acqua faba (l’acqua di cottura dei legumi). Preparo e mescolo gli ingredienti e Patty Pravo, calata nei panni di Emma Bovary, racconta di passione, monotonia e morte. Formo i biscotti mentre ascolto Emma di Franco Battiato: è lo stesso brano con alcune variazioni nel testo che per buona parte è in francese. Il brano non è stato inserito in Gommalacca per cui ne esiste solo una versione demo, che, anche se grezza, ha un certo fascino.
Dal forno si diffonde odore di mandorla, The Path of the Coluds, illanguidisce il tempo della cottura.
Ne approfitto per proseguire nella lettura:
Era un bouquet da sposa, il bouquet dell’altra! Lei si fermò a guardarlo. Charles se ne accorse, lo prese e lo portò nel solaio, mentre seduta in poltrona (le sue cose venivano disposte intorno a lei) Emma pensava al suo bouquet da sposa avvolto in un cartone e si chiedeva, fantasticando, cosa ne sarebbe stato se lei fosse morta.
I biscotti prendono colore:
Ma via via che le loro esistenze si facevano più intime si apriva dentro di lei un distacco che la separava da lui sempre di più.
Emma intuisce che l’amore è altra cosa. Ripenso a mia madre: anche lei, nella sua ingenuità, fino alla morte, ha sognato di trovare altro.
Marissa Nadler soffia Sleep walk e ricordo Santo & Jhonny, ma anche le bolle di umido nell’intonaco del muro della stanza buia che faceva da tinello.
È il momento di spegnere il forno.
Aspetto che i biscotti diventino tiepidi e Meshell Ndeogello stravolge Smooth Operator.
È tempo di assaggiare. Sono teneri, come la melanconia che ricopre il passato quando lo riassapori.